Genio Incompreso      
              "Marcofane ncoppe a la lune " di Iurescia Romeo    

 

 

 

 

 

Titolo: Marcofane ncoppe a la lune (poesie in dialetto molisano tradotte in italiano)

Autore: Iurescia Romeo

Anno: 1992

Edizione: La Conca

Pagine: 115

Libro: Marcofane ncoppe a la lune (poesie in dialetto molisano tradotte in italiano) di Romeo Iurescia

 

 

Descrizione del libro

 

Umanità e candore nella poesia di Romeo Iurescia

"La poesia, ampia e musicale, di Romeo Iurescia, caratterizzata, non di rado, da un'incisiva, densa sintesi, interpreta il presente affidandosi al filo antico ed ininterrotto della tradizione culturale molisana e, facendosi guidare dall'amore che ad essa lo lega, "cordone ombelicale" mai reciso, celebra di questo mondo i sentimenti radicati, la vita scandita dai ritmi della semplice quotidianità ed una indomabile speranza nel domani...."

"La sua poesia, infatti, mentre recupera i valori popolari fondamentali della civiltà molisana, rappresenta, altresì, una eccezionale testimonianza di inossidabile genio creativo, proprio laddove stigmatizza poeticamente la globalità e la poliedricità di quel "piccolo" mondo fatto di modi di dire, comportamenti usuali, straordinari riti quotidiani, semplici giochi adolescenziali, di quel mondo cioè che difficilmente è considerato e registrato dalla storia, ma che è la storia nel senso più profondo e radicato del termine...."

Gabriele La Palombara (Sindaco di Petacciato)

 

 

Il Cantore di Petacciato

"Quasi sempre, quando si legge la poesia in dialetto non si tiene conto dei motivi che hanno indotto il poeta ad esprimersi nell'idioma natale; sicché spesso si trascurano i veri aspetti che sono propri di una composizione."

"La poesia in dialetto è, in effetti, abbastanza complicata e fuori da tante regole che, bene o male, ci sono in quella in lingua; perché la metrica o la punteggiatura, ad esempio, nella prima difficilmente possono essere adottate in maniera convenzionale per risolvere adeguatamente un pensiero od una sensazione e sempre devono, invece, essere tenute presenti nella seconda come supporto essenziale e non ultimo, lasciando da parte la poesia a versi liberi ed a musicalità non controllata."

"D'altra parte il poeta dialettale rimane sempre più ancorato alla sua ispirazione, soprattutto quando il dialetto si presta ad una omogeneità di suoni e l'esprimersi poeticamente diviene non una necessità di composizione, bensì un motivo di interpretazione diretta dell'ispirazione stessa. Per cui non è facile leggere o interpretare bene la poesia in dialetto se non si conosce non dico il dialetto stesso, ma anche il suono preciso da cui promana."

"Difficoltà, dunque, di poetare e pure di lettura."

"In Romeo Iurescia questi elementi di rottura con la poesia in lingua italiana ci sono e restano evidenti; il che vuole dire che il poeta tende più a tradurre la sua ispirazione alla musicalità della sua lingua di paese che a legarsi a canoni tradizionali di composizione, adattamento e sintesi...."

"C'è, tuttavia, un aspetto che va sottolineato nel mondo] poetico di questo "cantore di paese": il continuo ricordo di Marcofane, quasi un appello a considerare il mito di Marcofane valido ancora oggi. Il mondo dei sogni è sempre utile, è sempre attuale, perché vuole dire che la realtà è un sogno realizzato, da noi o da altri non fa differenza; è una attuazione della volontà che cerca, tra le mille difficoltà del| mondo, la sua concreta realizzazione...."

"Poesia dei ricordi, quella di lurescia; o, forse, poesia! del divenire, del domani che è uguale all'oggi e l'oggi è lo stesso di ieri se la volontà non si attiva?"

"Poesia del divenire, anche se può sembrare strano che I "Mo sopra la chiazzètte de le Cruce / andò la notte pare tutte neje / sule le funtane fanne vèje / e 'na guajuncèlle che da | sole cusce". Questo cucire è la vita!"

Alberindo Grimani

 

 

"...Iurescia è senz'altro un poeta istintivo, autentico e saprà da se trovare l'omologia, l'omofonia, la contemperanza linguistica che presiedono alla compiutezza di un testo poetico, compiutezza d'altronde già realizzata in tanti componimenti, dove si avverte una tensione coloristica, un respiro, un'aerazione whitmaniani, quali si rivelano ne "Le foglie d'erba" del grande poeta americano: "Io mi son perso dentro quella lanterna / dentro un desiderio, Padreterno, \ di trovare l'immenso sempre allo stesso posto..."; "Eri una canzone d'acqua verde / in quella neve quando scavavo \ per nascondere questa coscienza e questi pensieri": sono versi intensi di lurescia; leggeteli lettori e scopritene l'incanto senza affidarvi ciecamente ai critici di mestiere; "il critico", diceva Anatole France, "non deve di-scernere il bello e il brutto, ma deve "raconter les aventure de son àme"; il grande critico romeno così parafrasa Anatole: "La critica è un controsenso; bisogna leggere per capire se stessi". lurescia ci aiuta a capire noi stessi."

Giuseppe Jovine

 

Iurescia Romeo