Genio Incompreso      
              "L'ultimo giorno di Shira" di Meggy    

 

 

 

 

 

L'ulitmo giorno di Shira

 

 

Premessa

All'attenzione e alla sensibilità di coloro capaci di amare e curare con affetto gli amici a quattro zampe.

Ma perché no? Mi rivolgo anche a quelle persone che considerano gli animali come oggetti divertenti, da scaricare quando diventano ingombranti. Non volgete a queste righe uno sguardo distratto o curioso, leggetele con il cuore perché è da esso che sono dettate.

L'ultimo giorno di Shira

Sono proprietaria di un cane da quattro anni, animalista a parole, che provava tenerezza per un cucciolo, un gattino, un canarino, ma guai ad averli in casa fino a quando mia figlia mi ha convinto a prendere un bastardino grintoso, vivace, testardo, ora componente della famiglia o come dice scherzosamente mio marito "un figlio".

Una mattina apparentemente come tante altre sono stata protagonista, mio malgrado, di un episodio sconvolgente. Nel parco vicino alla mia abitazione, legata ad un alberello, per me rimasto "l'alberello della vergogna", vedo una bellissima setterona che abbaiava disperatamente. Vicino a lei un cartello con la scritta: "Mi chiamo Shira, ho 7 anni e cerco un padrone". Aveva le zampe posteriori e la coda insanguinate: aveva partorito? Per questo era stata abbandonata? Che dovevo fare? Corro a casa e le procuro del cibo. Affamata come era, aveva letteralmente divorato il suo pasto, poi aveva messo sulle mie spalle le sue zampone e mi rivolgeva uno sguardo implorante e, per me, incancellabile.

I cani non sanno parlare? Diciamo che non hanno la parola, ma se guardiamo i loro occhi, vi potremmo leggere: gioia, sofferenza, tristezza, paura, speranza, amore.

Tenerla con me non era possibile, ma sicuramente non potevo lasciarla legata così, per cui sciolgo la catena con la consapevolezza che, da quel momento, ne sarei diventata responsabile. Vago per il quartiere in cerca di aiuto, stringo quella catena e porto con amore quelle cagnolona, che mi seguiva fiduciosa, da un veterinario. Era docile e in quel momento sentivo di amarla quasi più del mio, come a compensarla del male che le avevano fatto. Dopo aver bussato a tante porte e trovato tanti muri, finalmente trovo due veterinari, persone encomiabili, fedeli al loro dovere di medici e pieni di amore verso quel cane di nessuno. La visitano e le diagnosticano un tumore, provano ad operarla. L'ho lasciata speranzosa nelle loro mani e non sapevo che non l'avrei più rivista: il tumore era devastante e dopo un intervento durato diverse ore, Shira viene pietosamente soppressa.

Ho tirato fuori questo scritto dal cassetto dove è stato ben custodito per nove anni. Rileggendolo non posso fare a meno di piangere ricordando quel triste giorno, quella meravigliosa cagnolona ed anche il mio carissimo Newton che a tredici anni se ne è andato lasciando un gran vuoto, ma lui, a differenza di Shira, è stato amato, assistito e coccolato fino all'ultimo istante della sua vita.

Adesso? Adesso abbiamo Aisha, una bellissima cagnolona strappata al canile: affettuosa, intelligente, obbediente. E' nera, ha il petto bianco e quattro meravigliose zampe da setterona.

 

Meggy