Titolo:
Pasquarelle in Valnerina
Autore:
Mons. Elio Zocchi
Anno:
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Edizione:
Umbriagraf
Pagine:
122
Descrizione del libro
Presentazione
La fatica dell'autore, arciprete parroco di Cascia, che ha raccolto con molta cura un bel florilegio di testi e di motivi musicali di "pasquarelle" antiche e recenti della Valnerina e zone limitrofe, merita vivo apprezzamento e sincera lode.
Questa silloge di testi non solo documenta il persistere nel tempo d'una tradizione religiosa di lunga data, che recenti iniziative hanno opportunamente rivitalizzato sul versante del folklore, ma ci consente di leggere dal didentro questo fatto culturale mediante l'analisi dei testi (tra quei pochi indicati come antichi ce ne sono di assai interessanti), lo studio delle connessioni tematiche, la ricerca di cause e coincidenze ambientali e storiche.
Giuseppe Chiaretti - Vescovo di Montalto e Ripatransone - San Benedetto del Tronto
Introduzione
Pochi in Valnerina conoscono le beghenate del Trentino o le befanate della vicina Toscana. Non occorre andare tanto lontano per trovare chi non abbia sentito dire della pasquarella in Valnerina. A Perugia, a Terni, a Foligno, a Rieti e fin nella vicina Spoleto c'é chi non sappia della pasquarella in Valnerina e in quel di Leonessa (Rieti).
Di qui il proposito, lungamente cullato, di una raccolta delle pasquarelle. Non sono tutte, ma certamente le più antiche, le più note, le più belle, frutto di lunghi anni di pazienti ricerche, auscultazioni, annotazioni e, ultimamente, registrazioni.
Ma che cos'è la pasquarella?
La Pasquarella o Pasquella o Pasquetta è l'antichissima usanza, diffusa in Valnerina e stretti dintorni, che vede giovani e non più giovani organizzarsi e ritrovarsi insieme per celebrare il Natale, l'Anno Nuovo, l'arrivo dei Magi, la Befana.
Prende il nome dall'Epifania o Prima Pasqua, solennità fissata fino a pochi anni fa al 6 di gennaio, data alla quale sembra presto ritornare. Intorno a questa data ancora oggi squadre di pasquarellari di paese in paese, di casa in casa con il canto, guidato da organetto-zampogna-caccavella-timpano e ninnoli vari, annunciano le Festività che coincidono con la fine e il principio d'anno, porgendo a tutti gli auguri più belli e il... panerò, o canestro per la raccolta dei doni.
Fondamentale motivo di ispirazione è il mistero della nascita del Redentore, con tutta la sua ricchezza di suggestione e di richiamo spirituale. La tradizione, umbra e francescana, del presepe ha trovato in Valnerina un terreno ideale che ha prodotto una ricchissima testimonianza di fede e di arte. Il presepe più famoso della zona è quello monumentale della chiesa di S. Francesco di Leonessa, ma accanto ad esso centinaia di altri presepi fanno bella mostra di sé in tutte le chiese.
La pasquarella ha nel presepe il suo centro ideale e, nel camminare cantando, ripete l'esperienza dei pastori di Bethlem che vanno alla grotta e ne tornano lieti ed annunciano quanto hanno potuto vedere. Il canto lascia allora la cadenza dotta ed ufficiale per divenire popolare, più semplice ed umanissimo.
Religiosità e folklore
Religiosità e folklore, schiettissimo senso di ospitalità e povertà antica, lunghissima stagione invernale e voglia di vincerne la noia sono le componenti di questa tradizione da menestrelli che va sotto il nome di Pasquarella.
Per i più piccini c'è lu suffiu. E' una specie di Befana ai più piccoli, da parte del vicinato. L'occasione viene offerta dai ragazzi stessi, che a due a due o a piccoli gruppi, armati di un panariju o canestrello, bussano alla porta dei vicini di casa e ricevono in dono dolci, uova, noci, fichi secchi, arance o altre leccornie. Ma qui gli auguri sono senza canto e si limitano alle ore pomeridiane della Vigilia dell'Epifania. Questo uso va però scomparendo e andare pe' lu suffiu sembra ormai solo un ricordo.
Non così per la pasquarella, che resiste al tempo, grazie anche all'azione promozionale delle varie Pro Loco e della stessa Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo Valnerina-Cascia.
Fu proprio la Pro Loco Cascia-Roccaporena che nel 1976, sotto la presidenza del Gen. Emilio Salamena, poi Sindaco di Cascia, volle istituire la Rassegna delle Pasquarelle, che, giunta oggi alla IX edizione, vanta ogni anno la partecipazione di numerosi gruppi di pasquarellari con lusinghiero successo.
Nel 1979 lo studio Astravox di Perugia curò la registrazione in nastro di alcune pasquarelle, eseguite da vari gruppi, e così nacque la cassetta "Pasquarelle della Valnerina", prima raccolta sia pur parziale.
Mancava una raccolta ordinata di testi e musiche delle pasquarelle. Per questo è nato il presente volumetto, del quale non potrà non tener conto chiunque voglia in seguito interessarsi della pasquarella in Valnerina.
Un cenno ai testi più antichi
Un cenno ai testi più antichi, che l'usura del tempo sottomise a curiose modificazioni e storpiature. Un esempio: per oltre 20 anni udii cantare e tenni per iscritto queste prime parole di una pasquarella: "Corti e sorgenti - fatevi avanti...". Trovavo strano il testo, ma ricco di suggestioni per quel "corti" che mi riportava alle antiche curti. Poi ultimamente a S. Anatolia di Narco ho sentito cantare: "Cortesi genti - fatevi avanti..."!
La musica è per lo più un motivo pastorale, un motivo facile, orecchiabile, adatto per il tradizionale organetto. L'autore di questa raccolta ha il merito di aver fissato nel pentagramma questi motivi e protesta l'assoluta originalità del lavoro svolto.
E da ultimo il doveroso ringraziamento a quanti hanno contribuito in qualsiasi modo alla realizzazione di questa piccola opera: contribuito alla compilazione così come alle spese.
Non posso omettere i nomi di alcuni miei confratelli, come Mons. Graziano Petrelli, Mons. Sante Quintiliani, Don Saverio Saveri, Don Antonio Diotallevi, preziosi collaboratori.
Un grazie a quanti, piccoli o grandi, in ogni angolo della Valnerina hanno contribuito a reperire testi e motivi musicali.
In particolare all'insegnante Cecilia Amadio di Scheggino, a Filippo e Ivo Boccanera di Terzone, a Enzio Zerenghi di Poggiodomo, a Oliviero Massimi di Meggiano, a Enrico Di Felice, Vincenzo Salomone, Edoardo Palombi di Chiavano, ai bambini Tony e Anna Rita lacobini di Sala, a Domenico e Marianna Pietrolucci di Vindoli, a Renato Tulli di Logna e infine al dott. Angelo Gentili di San Giovenale. Per brevità, ometto tanti altri, ma tutti egualmente ho nel cuore, per avermi consentito di portare a termine questo lavoro.
La Pasquarella
E infine uno sguardo alla struttura della Pasquarella. Chi si accinge a mettersi in viaggio per il canto della Pasquarella ha in animo tre mete da raggiungere, e tutte e tre di solito si riscontrano nel testo poetico:
1) Annuncio delle grandi Solennità Natalizie.
2) Augurio di Buone Feste.
3) Richiesta dei doni.
Con il canto della Pasquarella si porta di casa in casa l'annuncio del Natale, con tutti i particolari sugli avvenimenti che lo precedono e lo seguono: il censimento, la notte santa, i pastori...
Il momento più importante è l'Epifania, la prima Pasqua, con l'arrivo dei Magi: di qui il nome di PASQUARELLA, di qui l'usanza di scambiarsi i doni.
Alcune immagini dal libro
Mons. Elio Zocchi